Questa iniziativa poteva sembrare prematura al tempo, considerando la breve esperienza del coro, ma fu fortemente voluta dal maestro e dall’allora presidente, Gaetano Centomo, perché erano consapevoli che un progetto discografico rappresenta un momento di grande crescita per il coro. È anche in quest’ottica che il Gruppo Corale Maranina realizzerà le incisioni successive, che saranno pubblicate a intervalli regolari, solitamente di 5 anni una dall’altra, proponendo ogni volta un’antologia dei brani più significativi del repertorio in quel momento.

Nell’incisione del ‘95, in formato musicassetta e intitolata semplicemente “Gruppo Corale Maranina – vol. 1°”, troviamo un repertorio costituito da canti della tradizione vicentina come “Vien vien biondina d’amor” e “Marinella” nell’armonizzazione di Vere Paiola (musicista che ha fatto una grande opera di trascrizione e armonizzazione di canti popolari vicentini) e in cui è già protagonista Bepi De Marzi con 7 brani su 14, uno fra tutti “Signore delle cime”, che verrà riproposto in ogni album successivo dato il grande affetto di cui gode fra il pubblico.
In quest’album, tuttavia, sono già presenti due filoni musicali che saranno poi ampliati nei dischi successivi: uno è quello dei brani autografi di Mario Lovato, qui esemplificato da “Val de l’Agno”, la sua prima composizione per coro basata su un testo poetico dialettale di Roberto Mazzola. L’altro filone è quello dei canti per così dire “esotici”, cioè diversi da quelli fino ad allora tipici di un coro di ispirazione popolare: è così che troviamo “Spunta la luna dal monte”, canzone di musica leggera che godeva in quegli anni di grande successo dopo che Pierangelo Bertoli e i Tazenda l’avevano presentata al Festival di Sanremo 1991, e “Alma llanera”, canzone venezuelana del genere joropo, una delle prime incursioni del coro nel repertorio straniero.